Paralisi Cerebrali Infantili Chirurgia Tardiva
Paralisi Cerebrali Infantili Chirurgia Tardiva
Come abbiamo spiegato in un precedente articolo sulla Paralisi Cerebrale e chirurgia precoce, per pazienti affetti da paralisi cerebrale infantile (PCI) è sempre necessario adottare un approccio multidisciplinare, che coinvolga tutti gli specialisti (neurologi, fisioterapisti, gastroenterologi e persino odontoiatri). Ognuno di essi può infatti offrire un contributo fondamentale nell’ambito della propria disciplina, sia dal punto di vista diagnostico che terapeutico.
L’ideale per i pazienti affetti da PCI, che in molti casi sanno di dover affrontare un intervento chirurgico ortopedico anche più di una volta nell’arco della loro vita, è quello di intervenire il prima possibile, quando i ragazzi sono ancora in fase di crescita e i margini di miglioramento sono maggiori.
Ma naturalmente ci sono anche aspetti familiari, di salute e psicologici che vanno tenuti in considerazione, che vanno rispettati e che possono ritardare i tempi dell’intervento chirurgico. Ci sono poi anche problematiche che insorgono successivamente e che vanno affrontate quando si presentano (comorbidità come problemi polmonari, gastroenterologici nutrizionali).
Va tenuto conto che un intervento tardivo è molto spesso più complesso e anche di maggiore durata. Questi fattori possono esporre il paziente a maggiori rischi e a maggiori complicazioni.
I tipi di interventi più frequenti di chirurgia tardiva possono essere rappresentati da:
- L’osteotomia di femore prossimale per centrare la testa del femore all’interno dell’acetabolo, che prevede a volte anche la ricostruzione dell’acetabolo stesso
Pre, post operatorio immediato e follow up a 2 anni di osteotomia varizzante di femore bilaterale e osteotomia di bacino secondo Pemberton bilaterale.
- Il panrelease della coscia che si effettua nei casi più gravi in cui la testa femorale è completamente deformata e l’articolazione dell’anca non può più essere ricostruita.
Lussazione bilaterale dolorosa delle anche.
Campo intraoperatorio: dopo pan release: restano intatti solo il fascio vascolo nervoso femorale e il nervo sciatico.
- la resezione della testa femorale, che si esegue nei casi più gravi di deformità della testa femorale e dell’acetabolo
- la osteotomia di estensione del ginocchio nei casi di deformità fissa dei condili in flessione
- il transfer dei tubercolo tibiale distalmente per il riallineamento della rotula
- la ricostruzione totale del piede: nel caso delle deformità gravi del piede, anche inveterate (cioè ormai consolidate e difficili da correggere). La logica è quella di ricostruire il piede in maniera totale riallineando le varie porzioni del piede per permettere un miglior equilibrio statico e dinamico del corpo.
Conclusioni
Come spiegato nell’articolo sulla Chirurgia Precoce nella Paralisi Cerebrale Infantile è sempre meglio, ove possibile, privilegiare interventi precoci di chirurgia mini invasiva.
Questo perché, a differenza di quanto avveniva in passato, i bambini possono essere sottoposti a intervento anche a 5 o 6 anni e a questa età i tempi di recupero sono più veloci e comportano meno complicazioni.
Inoltre, si può anche trarre vantaggio dalle potenzialità di crescita delle articolazioni dei piccoli pazienti.
La chirurgia ortopedica offre comunque soluzioni efficaci anche quanto i pazienti hanno terminato la fase della crescita, soprattutto per intervenire nei casi più gravi e migliorare, ove possibile, le condizioni cliniche e di vita di questi pazienti, alleviando situazioni di disagio o di dolore.