Displasia Anca (Displasia Congenita Dell’Anca o DDH)
Diagnosi e trattamento precoce con l’ecografia ai neonati
Displasia anca: che cos’è?
L’anca è un’articolazione anatomicamente e biomeccanicamente complessa, fondamentale per la stazione eretta e la deambulazione corretta.
Durante la vita intrauterina e durante i primi anni di vita del bambino subisce profonde modificazioni fino a prendere le caratteristiche definitive dell’anca dell’adulto.
La displasia dell’anca (Developmental Dysplasia of the Hip: DDH) è una patologia che colpisce l’anca immatura e consiste in uno svilippo e una maturazione alterata del femore e dell’acetabolo.
È una patologia che colpisce maggiormente le femmine e il lato sinistro.
La Displasia dell’Anca si presenta con diversi stadi di gravità che dipendono dal grado di malformazione dell’acetabolo.
- Displasia: la malformazione riguarda essenzialmente l’acetabolo; può essere lieve o più grave, ma la testa del femore e l’acetabolo rimangono ancora in contatto tra loro
- Lussazione: è il caso più grave, in cui la testa del femore è completamente fuori dall’acetabolo e i due capi articolari non sono più a contatto tra loro.
Displasia Anca – Quali sono le cause
Sono state avanzate diverse ipotesi per spiegare la displasia acetabolare e la lussazione ma nessuna ha valore definitivo.
Possiamo però indicare alcuni fattori di rischio più importanti:
- genere femminile
- anamnesi familiare
- posizione podalica del feto
In ogni caso il 35% di casi di DDH si verifica senza la presenza di alcun fattore di rischio.
La displasia dell’anca si presenta prevalentemente alla nascita, in quanto non diagnosticabile prima del parto, ma può divenire clinicamente evidente anche durante il primo anno di vita. Anche i bambini affetti da piede torto congenito sono lievemente più a rischio di sviluppare questa patologia.
Quali sono i segni e sintomi della Displasia alle anche?
Questa patologia non causa dolore nei bambini e molto spesso (circa l’85% dei casi) non presenta segni clinici.
In ogni caso, quando sono presenti, i segnali tipici sono:
- asimmetria delle pieghe della pelle delle cosce
- mobilità limitata soprattutto da un lato
- instabilità dell’articolazione
A differenza della displasia, la lussazione presenta segni clinici positivi nel 60% dei casi.
Displasia Anca – Come viene diagnosticata?
Se la diagnosi non avviene allo stadio iniziale, la displasia all’anca può progredire potenzialmente in modo molto invalidante, fino alla lussazione.
L’ecografia è fondamentale per la diagnosi. Permette infatti di vedere il grado di sviluppo dell’anca prima della sua ossificazione ovvero quando le anche sono ancora formate di sola cartilagine.
Grazie all’ecografia è possibile diagnosticare:
il ritardo di maturazione dell’osso acetabolare e quindi il grado di una eventuale displasia
eventuali malformazioni più o meno gravi il grado di lussazione.
Si tratta comunque di un esame veloce e assolutamente innocuo per il bambino.
Si consiglia di effettuarlo entro le prime 12 settimane di vita, anche in assenza di segni clinici sospetti. In questo modo è possibile agire immediatamente in caso di patologia.
Se invece si è in presenza di una significativa ossificazione, è necessario eseguire anche una radiografia, dal momento che non è più possibile eseguire l’ecografia.
Displasia Anca – Come si cura
Il trattamento dipende da alcuni fattori:
- quando viene scoperta la patologia
- l’età del bambino
- la gravità della displasia
- la presenza della lussazione
Trattamenti non chirurgici
Neonati
Nei neonati la displasia dell’anca può essere corretta con l’utilizzo di particolari divaricatori. Ne esistono di diversi tipi, in ogni caso il neonato deve indossarlo fino a guarigione avvenuta per un minimo di 6 settimane in modo da mantenere la testa del femore all’interno dell’acetabolo e permetterne la sua maturazione.
Il follow-up è fondamentale perchè permette di seguire l’andamento della malattia e il timing della sua guarigione.
Il follow-up deve essere programmato non prima di 6 settimane in quanto in un tempo minore è difficile valutare miglioramenti ecografici.
In caso di instabilità dell’anca o vera e propria lussazione, la testa del femore deve essere “ridotta” e mantenuta nella posizione corretta con un tutore da abduzione fisso.
Questi dispositivi vengono tenuti dalle 6 alle 12 settimane in base alla gravità della lussazione e instabilità.
Il follow-up è fondamentale per seguire il processo di guarigione.
Da 6 mesi a 2 anni.
A questa età si possono ottenere ancora risultati con trattamenti non chirurgici, anche se i tutori hanno raramento successo dopo i 6 mesi.
Trattamenti chirurgici
Da 6 mesi a 2 anni e oltre
Se la lussazione è più grave e la “riduzione chiusa” non ha avuto successo (qualora invece l’anca non possa essere riposizionata manualmente), è necessario intervenire con una procedura chirurgica chiamata “riduzione aperta”. Si tratta di un intervento vero e proprio in cui il chirurgo ispeziona l’articolazione e:
- rimuove eventuali tessuti molli anomali che tengono l’anca al di fuori dell’acetabolo
- tende legamenti e capsula che si sono allentati
- allenta muscoli che si sono contratti
Dopo l’intervento chirurgico potrebbe essere necessario trattare il paziente con un gesso per mantenere l’anca nella posizione corretta all’interno dell’acetabolo.
Nei casi di lussazione più grave potrebbe essere necessario, in pazienti più grandi, effettuare un intervento chirurgico di ricostruzione dell’acetabolo e riposizionamento della testa del femore. Questo spiega l’importanza di una diagnosi precoce che permette un trattamento molto meno invasivo.
Esperienza del Professor Portinaro
Il professor Portinaro cura la displasia dell’anca da oltre 30 anni.
Il suo dottorato di ricerca, PhD University of Oxford, era basato sullo studio dell’anatomia dell’anca normale e patologica, ricerca scientifica che viene seguita ancora oggi a livello internazionale.
Il professore ha eseguito personalmente più di 150.000 ecografie su neonati e ha eseguito circa 5000 interventi chirurgici, con le varie tecniche che di volta in volta si rendono necessarie. Spesso vengono inviati a lui pazienti anche da altri centri in tutta Italia.
Il professor Portinaro può essere considerato uno dei chirurghi ortopedici più qualificati al mondo per le patologie dell’anca e il loro trattamento, inclusa la ricostruzione dell’anca.